Ne parliamo con la Dott.ssa Valentina Battarin della Clinica Casa del Cane e del Gatto di Rimini.
Dottoressa, tosse e dispnea. Sono così frequenti?
La tosse e la dispnea rappresentano, nel cane, un frequente motivo di visita veterinaria. Questi sintomi si osservano più spesso in soggetti di età media-avanzata e di taglia medio-piccola e sono accompagnati da un altro rilievo clinico molto comune: il soffio cardiaco rilevato alla visita clinica.
Tosse significa malattia cardiaca?
La tosse può essere associata ad una malattia cardiaca da indagare ma può essere anche la conseguenza di diverse patologie a carico dell’apparato respiratorio concomitanti alla cardiaca e per le quali esiste una comune predisposizione nei cani delle tipologie sopracitate (ad es. broncopatie croniche, collasso delle vie aeree inferiori, fino a broncomalacia).
Nonostante siano note da tempo le difficoltà inerenti la corretta identificazione dell’origine cardiogena o meno della tosse in cani affetti da cardiopatia, questa distinzione resta essenziale per adottare il trattamento più idoneo e per evitare terapie inutili e costose.
Quale distinzione si deve fare?
Sono due. La malattia degenerativa mixomatosa mitralica (MMVD) e la cardiomiopatia dilatativa (CMD) sono le più comuni patologie cardiache acquisite dei cani. La MMVD interessa di solito cani appartenenti a razze di piccola taglia e ha un lungo periodo preclinico, anche diversi anni. La CMD colpisce prevalentemente cani di taglie grandi e giganti. Lo stadio preclinico può durare 2-4 anni se la malattia viene rilevata precocemente. Il progresso della malattia dipende dalla razza e presenta un elevato rischio di morte cardiaca improvvisa. In ogni caso i pazienti cardiopatici devono essere classificati in base al loro stato patologico.
Le prime informazioni derivano dall’anamnesi e dalla visita clinica ma è fondamentale raccogliere anche dati derivati da esami elettrocardiografici, radiografici ed ecocardiografici.
In particolare, i cani con MMVD vengono suddivisi in 4 classi, i cani con CMD in 2 classi; su questo si basano le diverse raccomandazioni terapeutiche. Ci sono anche animali con semplice predisposizione per malattie cardiache e in questi casi è raccomandato lo screening annuale per una diagnosi precoce.
Quali sono gli esami più consigliati?
L’esame ecocardiografico è la metodica più utile per la diagnosi, la valutazione della disfunzione cardiaca e la stadiazione della gravità della malattia valvolare.
L’esame radiografico permette una valutazione combinata della funzione cardio-respiratoria (dimensioni e forma dell’ombra cardiaca, dimensioni e andamento dei vasi polmonari, di trachea e bronchi, aspetto del parenchima polmonare).
L’esame endoscopico, associato alla valutazione del liquido di lavaggio bronco-alveolare, può fornire informazioni diagnostiche su pazienti con patologie respiratorie primarie.
E in caso di emergenza?
In condizioni di emergenza, come spesso accade, la differenziazione dell’origine di tosse e dispnea, nonché l’identificazione e la stadiazione di una cardiopatia diventano una sfida diagnostica perché lo stato clinico del paziente non permette accurati esami collaterali.
E per il gatto?
Il gatto, infine, non deve essere considerato come un “piccolo cane” ma come un paziente con codici comportamentali particolari che si devono riconoscere e ai quali è necessario adattarsi. Il gatto è molto sensibile allo stress e questo può alterare significativamente vari parametri vitali. Per esaminare un gatto e sottoporlo ad indagini diagnostiche cardiologiche, quali ECG, ecocardiografia e misurazione della pressione, occorre evitargli ogni inutile stress se si vogliono ottenere risultati utili e attendibili. Il tempo che occorre al gatto per adattarsi alla sala visita e al veterinario può essere sfruttato per eseguire l’indagine anamnestica e osservare il paziente. Infine, oggi sono disponibili anche comode applicazioni per smartphone che aiutano i proprietari nel monitoraggio del loro animale a casa.