Come inserire al meglio un cane in famiglia dove ci sono bambini piccoli? Ne abbiamo parlato con Odette Abramovich Terol (foto), medico veterinario esperto in comportamento animale, zooantropologa e docente alla Scuola di Interazione Uomo-Animale di Bologna autrice, insieme alla psicoanalista e psicoterapeuta infantile Rossella Andreoli, di un libro che sta ottenendo un notevole successo rivolto a genitori, educatori, e chiunque si occupi di infanzia: “Bambini e mondo animale. 100 attività per farli crescere più sani e felici” (Carocci Editore).

Odette Abramovich ha indagato approfonditamente questi aspetti scrivendo anche altri due libri, questa volta per bambini 6-12 anni: “Il cane … che sogno!” e “Il gatto … che mondo!” associandoli a specifici giochi di società in grado di trasferire a più piccoli le conoscenze essenziali per una corretta relazione con cani e gatti e spiegando come renderli felici.

Ecco quindi che un libro, un gioco e magari un peluche potrebbero essere inizialmente la scelta migliore per capire se il “sistema famiglia” con bambini piccolissimi (0-3 anni) o piccoli (fino ai 12 anni) è pronto ad accogliere con consapevolezza e responsabilità un amico a quattro zampe, a partire da una domanda fondamentale: abbiamo a disposizione tutto il tempo che il cane inevitabilmente ci richiederà per passeggiate, attività di socializzazione con i propri simili, e molto altro ancora?

“Nella mia pratica quotidiana – spiega Odette – facendo visite comportamentali accade spesso di vedere che i genitori, presi dai sensi di colpa verso i bambini piccoli, prendono il cane cucciolo senza una costante ed effettiva presenza e mediazione. Questo nel tempo crea problemi nella convivenza e nei casi più gravi problemi comportamentali comportamentali e purtroppo spesso i cani finiscono in canile. Sotto i tre anni i bambini non hanno capacità di autocontrollo quindi rispetto a quello che succederà in casa, la responsabilità è degli adulti presenti che devono sapere come comportarsi, conoscere bene la comunicazione del cane, ed evitare che ci siano difficoltà relazionali che possano sfociare in aggressioni o situazioni di vessazione nei confronti degli animali”.


Prima di adottare o acquistare un cane la cosa migliore è informarsi sulle caratteristiche del soggetto e della razza. Inoltre imparare a conoscerne preventivamente le esigenze e come comunica.
“Un esempio classico – spiega l’esperta – è quello riguardante i segnali di stress, quelli che i cani emettono quando sono in difficoltà: sbadiglio, leccarsi fino al naso, grattarsi. Sono tutti comportamenti che, qualora ignorati da un bambino che sovrasta continuamente il cane in una relazione lasciata a se stessa, il cane potrebbe passare a un ringhio che sarebbe inevitabilmente inibito dagli adulti per paura. A questo punto il cane impara che tutti i segnali di avvertimento non servono con il rischio che un domani, in caso di difficoltà, il cane passi direttamente al morso”.


Il cucciolo è sempre la scelta migliore? “Quando ci sono bambini molto piccoli Il mio consiglio – suggerisce Odette – è optare per il cane adulto perchè un cucciolo è un cane che, è vero, da un punto di vista cognitivo può imparare tante cose ma allo stesso tempo è più impulsivo, ma meno competenze, manca di autocontrolli e poi quando arriva in pre- adolescenza, poi adolescenza infine post adolescenza (tutto questo nel giro di pochi mesi) diventa un impegno notevole. E capita molto frequentemente vedere bambini che crescendo poi non se ne vogliono più occupare”.

Altri consigli ancora. “È molto importante – spiega il medico – pensare con l’aiuto di un educatore cinofilo come organizzare gli spazi prevedendo ad esempio cancellini, dove ad esempio ci sia anche una copertina e la ciotola del cane, in modo che il bambino non possa arrivarci e dove il cane potrà risposare senza essere disturbato, e viceversa. Poi ancora fare attenzione ai giochi del bambino, che possono diventare uno stimolo continuo per il cane e ai croccantini del cucciolo, che invece possono essere ingeriti dal bambino con il rischio di soffocamento”.

Sulla possibilità che il cane possa essere risolutivo in determinate situazioni Odette “sconsiglia vivamente” di provare ad affrontare le problematiche o le patologie dei propri figli attraverso la relazione con il cane. “I cuccioli non possono arrivare come salvatori. Mai portare un cane in una casa per risolvere problematiche nei figli e neppure nella coppia”.

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Odette Abramovich Terol pronta ad una sessione di lavoro con i bambini. Tutte le interessantissime proposte educative per bambini sono online sul sito www.odetteabramovich.it

Di Domenico Chiericozzi

Giornalista e direttore Città a 4 Zampe

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