Mettiamo subito i puntini sulle “i”. Si dice “cerca” al tartufo e non “ricerca” al tartufo. Così come il tartufo si “cava”, quindi è sbagliato dire si “raccoglie”. Piccole ma sostanziali differenze che fanno capire che non stiamo parlando di un’attività qualsiasi. La cerca al tartufo con il cane, da dicembre dell’anno scorso, è un rito che è diventato anche Patrimonio dell’Umanità per l’Unesco.


Una tradizione millenaria del nostro Paese che si è affinata nel tempo, capace di tenere insieme tantissimi elementi: uomo, cane, tradizione e identità di un territorio. Un mondo magico, nel quale si può entrare grazie allo stage organizzato dal Granaio dei Malatesta, allevamento professionale di Lagotto Romagnolo a Montefiore Conca il prossimo 4-5 giugno (per informazioni: Monica Benelli tel. 338 7568224)

A condurre i lavori sarà Francesca Giacomazzi (nella foto con Luce e Gas). Francesca nella vita di tutti i giorni è una pittrice, e da sempre ama e vive con gli animali. Addestratore professionista con tutta una serie di competenze certificate in ambito di ricerca, Francesca è con Luce e Gas, i suoi due Lagotto Romagnolo, che ha scoperto la meraviglia del fiuto canino. Folgorata da questo mondo, ha iniziato a studiare e fare ricerca proprio con chi ha naso.

“Lo stage è aperto a tutti e il fatto che il cane lavori per la cerca di tartufo non gli impedisce di svolgere anche altre attività in campo olfattivo – ci racconta Francesca-. In questo gruppo ci sono sia persone agli inizi sia chi è già in attività con il proprio cane. La cerca al tartufo è un po’ diversa dalle altre. Il cane fa una cerca al naturale e al ritrovamento fa una segnalazione attiva, ovvero inizia a scavare per poi attendere che il lavoro sia concluso dal conduttore. Alla fine il cane viene pagato (il termine più corretto, ndr) in maniera speciale perchè comunque deve svolgere un lavoro complesso di discriminazione olfattiva, e nel bosco gli odori sono tantissimi. Io stessa premio in maniera diversa questa attività rispetto ad altre. Due giorni in cui si faranno tantissime cose, lasciando a tutti i partecipanti attività specifiche da fare anche in seguito. Per chi si appassiona ci sono anche gruppi online dove scambiarsi video e informazioni. Questo mi permette di seguire le persone a distanza e gratuitamente. Imparare ad osservare è molto importante ed è più facile notare le cose sugli altri che su se stessi. Io stessa faccio video con alcuni errori poi chiedo ai partecipanti di indovinarli, una specie di quiz. Così si impara più velocemente”.

Il Lagotto Romagnolo è un’antica razza da riporto in acqua, presente fin dal XVI secolo, nelle valli di Comacchio e nelle lagune ravennati e diffusasi, a partire dal XIX secolo, nelle pianure e nelle colline romagnole con la specifica funzione di cane da tartufi. Il Granaio dei Malatesta è un eccellenza del nostro territorio ed è riconosciuto ENCI FCI dal 1999. I cuccioli nascono da genitori testati per salute, carattere ed attitudine lavorativa. Crescono in un’atmosfera familiare e seguono un programma di socializzazione e formazione con istruttori professionisti. Lasciano l’allevamento non prima dell’età di 10 settimane.

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