Raccontiamo la storia di Alessandra Lavista, fondatrice di “Unpiedenellastaffa”, dove al centro di tutto c’è un’equitazione basata sul rispetto del cavallo. Parole che diventano realtà e una data importante: 24-25 settembre. Stage con Giulia Gaibazzi, autrice del libro “Guida al rispetto del cavallo”.


“Unpiedenellastaffa”. Si chiama così la struttura fondata, a Savignano sul Rubicone (FC), dall’istruttrice e formatrice di Equitazione Alessandra Lavista (di origine piemontese ma da 20 anni residente in Emilia Romagna), nata in principio come un blog durante il lockdown in cui dare consigli sulla gestione dei cavalli, poi diventata, circa tre mesi fa, una vera e propria scuola di equitazione.

Alessandra, tra le altre cose, è anche un Formatore Nazionale S.NA.Q, Istruttore Liv2 Dressage e Istruttore di Base FISE (Federazione Italiana Sport Equestri). Oltre a raccontare la sua storia e di come e perché è diventata istruttrice di equitazione, ci parla anche dello stage che andrà in scena il 24 e 25 settembre proprio nella sua struttura, e che sarà diretto dalla istruttrice e cavaliere, nonché autrice del libro “Guida al rispetto del cavallo”, Giulia Gaibazzi.
 
Alessandra, quando è nato il tuo amore per gli animali e in particolare per il cavallo?
Sono nata e cresciuta in campagna e gli animali hanno sempre fatto parte della mia vita. A casa ho quattro cani: Asso (jack russel), Rocco (australiancatteldog), e due lupe cecoslovacche: Iraja e Daisha.

Quando hai deciso, invece, di diventare istruttore di equitazione e perché?
Fino al 2011 l’idea di insegnare non mi faceva impazzire. Poi, ho assistito ad una lezione di base durante la quale un allievo si comportava un po’ come se fosse su un “motorino” e non veniva mai ripreso dall’istruttore. Il cavallo veniva utilizzato come  semplice “attrezzatura” ed io ho pensato che non poteva essere accettabile questa cosa. Ho voluto fare la differenza e mi sono iscritta poco dopo al mio primo corso istruttori.

Quanti siete a mandare avanti la vostra struttura? Che tipo di attività organizzate?
Siamo in due a gestire tutto, più una ventina di associati che, quando c’è bisogno, ci danno volentieri una mano. Abbiamo 13 cavalli, alcuni appartenenti a soci privati ed altri operanti nella scuola di equitazione. Pratichiamo principalmente dressage anche se la scuola è multidisciplinare. Al centro di tutto c’è un’equitazione basata sul rispetto del cavallo in cui è l’uomo ad andare incontro al cavallo e non il contrario. La nostra mission è “mettere il cavallo al centro di tutto”. 

A proposito di insegnamento, parlami del corso che si terrà il 24 e 25 settembre…
Si parlerà di “comunicazione uomo- animale”, di rispetto, etologia e di tecnica equestre, il tutto spiegato benissimo da Giulia Gaibazzi. Sarà un corso che, come i prossimi in calendario, vogliono approfondire il nostro concetto di bella equitazione e per farlo scelgo coloro che per me, attualmente, la rappresentano al meglio in Italia. 

Se un giovane volesse percorrere la carriera da istruttore di equitazione, che consigli ti sentiresti di dargli?
Consiglierei di rimanere sempre fedele a quel bambino che per la prima volta è salito a cavallo, di ricordare tutte le emozioni provate in quel momento e di portarle con sé sempre. Ma anche di avere sete e fame di conoscenza e dare il giusto rispetto ad uno sport che è, innanzitutto, arte e disciplina.

Progetti per i futuro?
Diventare un punto di riferimento per la buona equitazione in zona, puntando sulla qualità dell’insegnamento piuttosto che sulla quantità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Nicola Luccarelli

Giornalista

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