Nel 2023, secondo i dati rilevati dell’Eurispes, il numero di italiani che dichiarano di possedere un animale domestico è del 32,7%. Il dato registra un calo di quasi 5 punti percentuali rispetto al 2022 e di 7,5 punti rispetto al 2021, anno in cui, complice il lockdown, più del 40% degli italiani aveva in casa un animale.

Qualcosa sta cambiando. C’è un trend che inverte la rotta. Per fortuna. I dati raccolti e divulgati da Eurispes mostrano che si sta sgonfiando una “bolla”, quella che nel biennio 2021-2022 ha portato, durante e nel post emergenza Covid, all’acquisto e all’adozione di cani in maniera molto spesso impulsiva e superficiale.

Per quanto riguarda Città a 4 Zampe, che tra i propri obiettivi ha quello di far crescere la cultura relativa al possesso etico e responsabile di animali d’affezione mettendo al centro il tema del loro benessere, fa dunque piacere sapere che questo trend si sia interrotto perchè era semplicemente malsano. Avere un cane o un gatto, o più animali, è una scelta che deve essere fatta con grande attenzione. Facendo anche i “conti della serva”.

Mette l’amaro in bocca constatare che circa l’80% di coloro che hanno in casa un animale d’affezione spenda dai 30 ai 100 euro al mese. Sono cifre bassissime. E mi chiedo come si possa parlare di benessere quando le cifre in ballo sono a questi livelli. Il 18,7% di chi ha un animale in casa ha persino dichiarato di spendere meno di 30 euro al mese per i propri pet.

Chi spende più di 300 euro al mese è solo il 4,4%, percentuale che è più che raddoppiata rispetto all’1,6% del 2022.

Ovviamente non sappiamo come siano utilizzati esattamente questi soldi, sicuramente per prendersene cura. Il benessere di un animale non si esaurisce certo con l’alimentazione e le coccole. Prevede tantissime altre attività.

Nel cane, ad esempio: il corretto esercizio fisico (l’ideale sarebbe praticare almeno uno sport, ce ne sono davvero di ogni tipo), svolgere attività cognitive e di corretta socializzazione con i propri simili, avvalersi del servizio professionale di un dog sitter o di una pensione, andare regolarmente in una tolettatura, richiedere pareri e consulenze da parte di vari professionisti del settore (educatori, istruttori), così come per svolgere costanti controlli dal veterinario per prevenire i principali problemi di salute.

Insomma, per farla breve. Prima di decidere di avere un animale domestico, è bene fare questa importante riflessione, che è tutta economica.

Ad ogni modo la Pet Economy vola.

Il business degli animali domestici in Italia vale 3,038 miliardi di euro (fonte: NielsenIQ) e continua ad attirare sempre più attori che entrano, o vogliono crescere su questo mercato con prodotti e servizi nuovi e rivisti. Il marketing, sempre più convincente, guida ed orienta il consumatore italiano che nel pet food, ad esempio, mostra un forte gradimento per le caratteristiche degli alimenti “ricco in”, “senza” (con riguardo alle formulazioni e agli ingredienti) e “made in Italy” (origine e italianità).

Se c’è una vera e propria rivoluzione in corso, questa riguarda la pratica della medicina veterinaria. Fondi d’investimento italiani e stranieri stanno investendo in maniera massiccia sulle strutture veterinarie del nostro Bel Paese creando gruppi e reti che, con la loro potenza, determineranno nuovi scenari, in parte già evidenti. Ma di questo ne riparlerò. Perchè, anche in questo caso, è di portafoglio che si tratta.

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Di Domenico Chiericozzi

Giornalista e direttore Città a 4 Zampe

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