I cani e gatti anziani sono soggetti a sviluppare patologie a carico del cuore (cardiopatie), dei reni (nefropatie), neoplasie e patologie endocrinologiche.

a cura della Dott.ssa Silvia Zamagni, Medico Veterinario Centro Veterinario Romagnolo – Rimini
Dott.ssa Silvia Zamagni

Nel momento in cui il nostro animale entra nella categoria “senior” sarebbe opportuno effettuare screening annuali che comprendano: visita clinica approfondita, esame emocromocitometrico, esame biochimico completo, esame delle urine con proteinuria, radiografie del torace in tre proiezioni, ecografia addominale.

Se alla visita clinica dovessero essere riscontrate delle anomalie, come ad esempio soffi cardiaci, neoformazioni cutanee, o aumento di volume dei linfonodi esplorabili, a questo pannello andrebbero aggiunti gli approfondimenti specifici. Se non fosse possibile eseguire lo screening completo tutti gli anni, si consiglia di effettuare almeno gli esami del sangue e delle urine, ponendo particolare attenzione ad eventuali segni clinici.

Età e fasi della vita.

L’età media del cane varia a seconda della sua taglia e della razza, pertanto anche le fasi della vita saranno variabili. Un cane/gatto viene considerato anziano quando raggiunge i tre quarti della sua aspettativa di vita. Normalmente cani di taglia piccola e media sono maggiormente longevi rispetto a quelli di taglia grande o gigante. Al contrario il gatto ha un’età media più standard, nonostante le numerose razze. Le categorie di età si dividono in: cucciolo (kitten/puppy), adulto giovane (young adult), adulto maturo (mature adult), anziano (senior), geriatrico (geriatric).

I cani di taglia piccola e media, normalmente, vengono considerati senior sopra i 9 anni, mentre quelli di taglia grande e gigante già dai 6 anni di età. I gatti, infine, cominciano ad essere considerati anziani sopra i 10 anni. I cani di taglia piccola e media, vengono considerati geriatrici sopra gli 11 anni, mentre quelli di taglia grande e gigante dagli 8 anni di età. I gatti sono considerati geriatrici dai 14 anni in poi.

Cosa accade con l’età.

Quando i nostri animali entrano nella fase dell’anzianità i loro sensi tendono ad affievolirsi, soprattutto la vista, l’udito e l’olfatto. Modificano le loro abitudini igieniche (pulizia meno frequente e meno approfondita) e le difese immunitarie naturali si riducono. Gli animali anziani tendono ad accumulare adipe, in quanto tollerano meno l’esercizio fisico e hanno una mobilità ridotta, spesso dovuta ad artrosi. Quest’ultima si riscontra in forme più gravi in animali di taglia grande/gigante e sovrappeso.

L’artrosi legata all’anzianità colpisce tipicamente più articolazioni e provoca dolore cronico che peggiora con il tempo. La diminuzione della mobilità e lo scarso esercizio fisico sfociano nella riduzione delle masse muscolari che aggravano ulteriormente lo stato generale del paziente. In questi casi la visita veterinaria è indispensabile per individuare la gravità del problema e approcciarlo con la terapia corretta. In alcuni casi (soprattutto nei cani femmine sterilizzate di grande taglia) può verificarsi la perdita involontaria di urina durante il riposo.

I nostri pets, infine, in età avanzata sviluppano spesso problemi dentali, infatti il deposito di placca e tartaro provocano dall’infiammazione della gengiva, chiamata parodontopatia, allo sviluppo di infezioni che possono portare a veri e propri ascessi. Questa situazione si manifesta con grave alitosi, ma la situazione può sfociare in patologie molto più gravi: i batteri accumulati in bocca, possono entrare nel circolo ematico (batteriemia) e colpire altri organi vitali, come il cuore, o associarsi ad infiammazione sistemica, portando alla sepsi.

Le patologie più frequenti.

I cani e gatti anziani sono soggetti a sviluppare patologie a carico del cuore (cardiopatie), dei reni (nefropatie), endocrinologiche e neoplasie.

Le cardiopatie colpiscono fino al 10% dei cani e al 15% dei gatti, anche se sviluppate in età adulta possono avere una base ereditaria. Il medico veterinario può sospettare una patologia cardiaca in base ad alcuni sintomi (come tosse secca, intolleranza all’esercizio) e alla presenza di soffi cardiaci. L’entità del soffio cardiaco non corrisponde alla gravità della malattia, quindi un soffio lieve non per forza corrisponde ad una patologia cardiaca lieve, pertanto è necessario approfondire con visita cardiologica comprensiva di ecocardiografia. Una volta diagnosticata la patologia è importante essere seguiti da un medico veterinario cardiologo con controlli periodici che comprendono ecografie cardiache e esami ematochimici ed eventuali ulteriori approfondimenti.

La nefropatia colpisce fino al 3% dei gatti (1/3 sopra i 10 anni) e fino all’1,5% dei cani. I reni hanno diverse funzioni di importanza vitale tra cui: regolazione della pressione arteriosa, controllo dell’equilibrio idro-elettrolitico, produzione dell’eritropoietina in grado di stimolare la sintesi dei globuli rossi, attività escretoria, i reni filtrano il sangue dalle tossine e le eliminano mediante la produzione di urina.

Una diminuita funzione renale genera la mancata eliminazione di sostanze tossiche, ipertensione arteriosa sistemica e gravi anemie. Il proprietario si accorge che il proprio pet beve e urina tanto, ma l’appetito è scarso o capriccioso (ovvero quando il pet si stanca velocemente del gusto del dell’alimento) e presenta sporadici episodi di vomito che si intensificano nel tempo. La malattia renale cronica, che è stata classificata in quattro stadi, è progressiva e non c’è modo di curarla in maniera definitiva, ma una buona gestione può rallentarla e permettere al paziente di avere una buona qualità di vita per più tempo, oltre che aumentare l’aspettativa di vita. Per ottenere questo risultato è necessario rivolgersi al proprio medico veterinario e sottoporre il nostro cane o gatto a controlli periodici a seconda dello stadio della malattia.

Le patologie endocrine.

Le patologie endocrinologiche più frequenti nel cane anziano sono il diabete mellito, l’iperadrenocorticismo e l’ipotiroidismo, mentre nel gatto si riscontra il diabete mellito e l’ipertiroidismo.

Il diabete mellito è caratterizzato da una carenza di insulina che provoca un mancato utilizzo del glucosio come fonte energetica e, di conseguenza, una iperglicemia persistente. Nel cane si parla di diabete mellito di tipo I, ovvero legato alla distruzione delle cellule beta del pancreas (processi autoimmuni, pancreatit), mentre nei gatti si parla di diabete mellito di tipo II, legato alla ridotta sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina (i gatti obesi sono fortemente predisposti). Si sviluppa in età adulta/anziana e la razza può essere un fattore predisponente. Il diabete si presenta con aumento della sete, della fame, della quantità di urine e dimagrimento. Il paziente dovrà essere sottoposto ad una visita clinica e ad ematochimici completi, delle urine e ulteriori approfondimenti diagnostici ritenuti utili. Quando viene sottovalutato il paziente si può ritrovare in una situazione molto seria e potenzialmente mortale, la chetoacidosi diabetica. La terapia più utilizzata attualmente consiste nel somministrare insulina due volte al giorno, il tipo e il dosaggio devono essere valutati dal medico veterinario che le modificherà in base alla risposta del paziente.

L’iperadrenocorticismo (o sindrome di Cushing) è caratterizzata da una maggiore produzione di cortisolo dovuta ad una neoplasia delle ghiandole surrenali o dell’ipofisi. Sono affetti prevalentemente cani con età superiore ai 6 anni e con predisposizione di razza. I sintomi tipici sono l’aumento della fame, della sete, della quantità di urine, del volume dell’addome (addome a botte), la diminuzione della massa muscolare, astenia (o mancanza di forze) non giustificata dall’esercizio fisico e la perdita di pelo con aree alopeciche, che talvolta assumono una colorazione più scura e uno spessore maggiore. Il paziente con questa patologia deve essere visitato e, in seguito, vanno effettuati numerosi approfondimenti diagnostici che, oltre agli esami ematochimici di base e delle urine, comprendono test ematici più approfonditi, ecografia addominale (con particolare attenzione alle dimensioni delle ghiandole surrenali) ed eventuale risonanza magnetica o tomografia computerizzata della testa. La terapia, medica o chirurgica, dovrà essere valutata e proposta dal medico veterinario.

Ipotiroidismo. Malattia caratterizzata da una ridotta attività della ghiandola tiroide, che produce una quantità minore di ormoni tiroidei. Si presenta tipicamente nel cane intorno agli 8 anni età, ma nelle razze predisposte si può verificare anche in età inferiore. I sintomi dell’ipotiroidismo sono letargia, astenia, aumento di peso non giustificato dalla quantità di cibo assunta, mantello secco e fragile con aree alopeciche e pelle più scura, dermatiti e otiti ricorrenti. La diagnosi prevede visita medica, esami ematochimici di base, delle urine e test specifici comprendenti la determinazione dei valori di T4 e TSH. La terapia orale a base di tiroxina va concordata con il medico veterinario che monitorerà la patologia nel tempo.

Ipertiroidismo. Caratterizzato da una aumentata attività della ghiandola tiroide dovuta ad una neoplasia tiroidea (raramente maligna) che produce una quantità maggiore di ormoni tiroidei, l’ipertiroidismo interessa il 10% dei gatti con età superiore ai 10 anni. I sintomi sono aumento dell’appetito associato a dimagrimento, aumento della sete e della quantità di urina, cambiamenti comportamentali (iperattività, aggressività o nervosismo, meno frequentemente letargia), diminuzione della massa muscolare associata a debolezza e tremori, vomito e/o diarrea, pelo opaco e arruffato. La diagnosi, come per le precedenti malattie, prevede visita medica, esami ematochimici di base, delle urine e test specifici comprendenti la determinazione dei valori di T4. Anche in questo caso la terapia orale va concordata con il medico veterinario che monitorerà la patologia nel tempo.

Ricordo, infine, che gli animali anziani non sono esenti dalle patologie che colpiscono le categorie di età in maniera trasversale (ad esempio, pancreatiti, cistiti, pielonefriti, piometra, ecc), con l’aggravante che il loro fisico ha bisogno di più tempo per reagire. In qualsiasi malattia, prima si interviene, più è probabile che il paziente si riprenda, quindi ricordiamoci non solo di nutrire e coccolare i nostri animali, ma anche di non sottovalutare sintomi lievi o con frequenza sporadica!

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