Sempre più spesso piccoli animali domestici entrano in famiglia per fare “compagnia” ai bambini. Un desiderio lecito che deve però essere sempre attentamente valutato e monitorato dai professionisti del settore affinché i benefici (che sono tanti) siano effettivi e concreti.

a cura di Dott.ssa Monica Billi, Medico Veterinario Esperto in Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)

Dal punto di vista educativo e didattico l’interazione con un animale può aiutare a scoprire e comprendere la complessità dei fenomeni della vita (vita, morte, riproduzione, varietà ecosistema, generazioni), facilitare l’apprendimento di concetti astratti (vibrazioni, udito, ultrasuoni, biologia), migliorare la percezione del tempo e dello spazio. Ed è per questa caratteristica emotiva che gli animali iniziano a essere impiegati nell’educazione infantile, sia in condizioni normali, sia para fisiologiche.

Attraverso il gioco, in particolare, uomini e animali si preparano ad affrontare la vita, sviluppando il corpo, l’intelligenza e i sensi grazie all’attività fisica (si pensi ai percorsi di agility, ma anche all’inseguirsi e al rotolarsi). Contentezza e ilarità sono in grado di far scattare eventi neuroendocrini a loro volta responsabili di fenomeni positivi (Fogle, 1986). Nella psicologia infantile il gioco è il miglior mezzo per comunicare: attraverso l’at tività ludica il bambino scopre nuovi ruoli, domina le situazioni quotidiane, acquista una progressiva autonomia. Il vantaggio dell’animale diventa evidente: il gioco è un momento chiave della relazione e costituisce il canale di comunicazione privilegiato, e come tale nasce spontaneo, naturale, senza imposizioni né regole predefinite. Nel bambino è frequente una parziale identificazione con l’animale. L’animale, inoltre, costituisce un elemento di proiezione e di estensione del proprio io (Monti, 1991).

Per il bambino è più facile raccontare i suoi problemi o esprimere i suoi sentimenti attraverso la “voce” del cane o del gatto. Infine, nell’interazione con un animale, il bambino può anche sviluppare un proprio autocontrollo, in quanto egli è padrone della situazione (Cagnon, 1988). La presenza di un animale nella vita di un giovane può essere un ottimo mezzo per scongiurare forme di devianza, quali l’assunzione di sostanze psicotrope, o alcoliche, in quanto costituisce una forma di svago e divertimento sano; nella cura dell’animale il giovane trova pace, stabilità e compagnia e contribuisce a evitare che lo stesso venga coinvolto in problematiche psico-sociali. Questa la conclusione di uno studio condotto da Fernando Ferrauti (2003).

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