Nelle province di Napoli, Torino, Palermo, Perugia, Pescara, Catania, Livorno, Bari, Salerno, Parma, Milano, Catanzaro. Irregolarità ovunque, lievi e gravissime. Carenze igienico/strutturali ed autorizzative degli ambienti destinati al ricovero e sgambatura, numero di box (in alcuni casi costruiti abusivamente in dimensioni non sufficienti), smaltimento irregolare delle carcasse di animali, omessa registrazione degli animali all’anagrafe canina, gestione irregolare dei farmaci, maltrattamento, abbandono di animali mantenimento di cani in condizioni incompatibili con la loro natura, il mancato rispetto del benessere (mancanza di igiene, sovraffollamento) sono stati i principali reati contestati dai Nuclei Antisofisticazione e Sanità (N.A.S.) dei Carabinieri in 876 canili, pubblici e privati, dei quali 244 sono risultati irregolari (pari al 27%), sanzionando 29 persone per violazioni penali e 230 per illeciti amministrativi, per complessivi 180 mila euro.

Per quanto riguarda la regione Emilia Romagna i NAS Parma hanno controllato tre canili ed un canile/gattile intercomunale, dislocati tra le provincie di Modena, Parma e Reggio Emilia, dove è stata rilevata, a fattor comune, la mancata istallazione della recinzione aggiuntiva inclinata anti scavalcamento, rientrante nei requisiti strutturali previsti dalla normativa vigente. In un caso, inoltre, è stato constatato altresì l’utilizzo di rete di recinzione dei box non idonea poiché pericolosa per la sicurezza degli animali a causa di evidenti sporgenze acuminate.

Sempre nella provincia di Parma, presso due distinti canili/allevamento sono state riscontrate irregolarità nella gestione delle carcasse degli animali d’affezione in uno di essi, è stato accertato che le carcasse erano di fatto sotterrate invece di essere smaltite secondo quanto previsto dalla normativa, nell’altro la mancata predisposizione di idonee procedure per lo smaltimento, struttura che peraltro è risultata priva di autorizzazione ed ha determinato il sequestro di 9 cani di razza Pastore Tedesco.

Deferiti in stato di libertà i due direttori (di cui uno non più in carica) di un canile comunale della provincia di Terni, unitamente alla presidente di un’associazione di volontariato e ad un medico veterinario convenzionato poiché è stato accertato che i cani erano detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura e caratteristiche etologiche, confinati e rinchiusi, per intere giornate, in box angusti e poco illuminati della zona notte.

È stato verificato, inoltre, il mancato coordinamento di tutti gli aspetti sanitari della struttura, dall’assistenza medico veterinaria a mantenimento fisiologico degli animali nonché degli altri servizi correlati. La somministrazione di farmaci e le terapie ai cani erano effettuate, senza averne titolo, dalla presidente di un’associazione di volontariato che esercitava abusivamente la professione di medico veterinario.

Il medesimo Nucleo ha, infine, denunciato un quarantenne umbro responsabile di aver introdotto nel territorio nazionale 17 cuccioli di cane provenienti dalla Romania privi di vaccinazioni, certificazioni sanitarie e documenti identificativi nonché di età inferiore al minimo stabilito per legge. Una volta in Italia, gli animali venivano falsamente certificati presso l’anagrafe canina come nati in Italia da un veterinario compiacente anch’esso deferito all’Autorità Giudiziaria che ne attestava altresì l’identificazione e l’appartenenza a razze riconosciute benché sprovvisti di pedigree.

Segnalato alla competente Autorità Sanitaria il direttore del canile sanitario dell’ASL di Pescara, poiché, nel corso di attività ispettiva svolta presso il canile, è stata rilevata l’omessa rimozione di carenze strutturali, nonchè l’assenza di idoneo frigorifero atto alla conservazione di farmaci e vaccini a temperatura controllata.

Nella provincia di Teramo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria il direttore nonché veterinario di un canile sanitario, per aver detenuto confezioni di farmaci veterinari con data di scadenza oltrepassata di validità e registri di carico e scarico degli stupefacenti e delle presenze dei cani in struttura non aggiornati. Disposto l’immediato smaltimento dei farmaci scaduti mediante ditta autorizzata e prescrizioni in ordine alla gestione e tenuta dei registri.

Presso altri due canili, dislocati nelle provincie dell’Aquila e di Chieti, è stato disposto il blocco ufficiale rispettivamente di 201 e 148 cani presenti, con divieto di ingresso/introduzione di altri animali in quanto, nel corso dei controlli svolti, è emersa la mancata rimozione di carenze igienico- sanitarie e strutturali all’interno dei box e delle relative pertinenze. Inoltre, nella struttura dell’Aquila, è stata riscontrata una presenza di cani in numero superiore rispetto a quelli censiti in banca dati.

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