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Parliamo di kit di primo soccorso per cani. Con la stagione invernale, soprattutto in montagna, si corrono tutta una serie di rischi che nella maggior parte dei casi si possono evitare con la prevenzione e
affrontare con un buon Kit di Primo Soccorso per Tagli con o senza emorragie, problemi alle articolazioni e, nei casi più gravi, ipotermia verso il congelamento.

Negli ultimi anni, grazie anche all’opera di sensibilizzazione da parte degli addetti ai lavori
con iniziative, corsi, e momenti informativi, è cresciuta tra i proprietari la consapevolezza di
quanto sia importante avere con sé un Kit di Primo Soccorso dedicato agli amici a quattro
zampe. In commercio esistono tantissime tipologie di Kit pronti all’uso. Un’alternativa è
costruirselo in base alle specifiche esigenze.


Quando è fondamentale averlo.

È fondamentale soprattutto quando ci si trova in zone remote o isolate. Ovviamente
occorre conoscere e saper eseguire correttamente tutte le principali manovre di primo
soccorso in stato di emergenza. Quando l’incidente è grave, il veterinario di fiducia si trova
molto lontano e il cane si trova in pericolo di vita, occorre agire tempestivamente.

Il Kit consigliato.

In commercio esistono molteplici contenitori venduti come kit di primo soccorso per cani, di
ogni misura e tipo. Il kit grande che io definisco completo può essere composto da una o
più borse ed è indicato in caso di escursioni di uno o più giorni. Un kit completo può stare
in uno zaino grande da portare in spalla. Poi si può predisporre un kit medio, da tenere ad
esempio sempre in automobile, fino ad uno piccolo, tipo marsupio, con poco materiale,
ma ben pensato, da portare soprattutto in caso di un’escursione giornaliera. Nel kit non
dovrebbe essere presente alcun tipo di farmaco, a meno che non vi sia stato consigliato e prescritto dal veterinario. I farmaci o i medicamenti, infatti, devono essere conservati nelle
loro confezioni originali e alla temperatura indicata sulla confezione.

Differenza tra pronto soccorso e primo soccorso.


Prima di tutto è bene fare chiarezza su alcuni concetti andando a definire che differenza
c’è tra stato di emergenza, urgenza, e altri stati. Si ha un’emergenza quando si ravvisa un
concreto pericolo di vita. In questo caso l’intervento di uno o più soccorritori deve essere
tempestivo. Parliamo di emergenza nei casi in cui, ad esempio, è impedita totalmente o
parzialmente la respirazione oppure quelli in cui è alterata o modificata la funzionalità del
cuore. L’urgenza, invece, si verifica quando la condizione del paziente, se non trattata
adeguatamente, può diventare critica nel giro di poche ore o giorni. Le manovre che si
eseguono nel primo caso le possiamo definire di primo soccorso e devono essere
eseguite con conoscenza e coscienza, e sono fondamentali per salvare la vita del cane
prima che possa essere visitato da un veterinario. Dopo le manovre di primo soccorso,
infatti, si deve poi raggiungere la struttura veterinaria più vicina, o il veterinario di fiducia,
nel più breve tempo possibile per tutta una serie di procedure di pronto soccorso che sono
di competenza esclusiva del medico veterinario.

Le parti più esposte del cane.


Sono i cuscinetti e le zone interdigitali in quanto a diretto contatto con il terreno. Oltre a
sostenere il peso dell’animale, consentono di ammortizzarne i movimenti. Possono
resistere alla maggior parte dei terreni tuttavia in alcune circostanze, se superato il punto
critico, si possono consumare, lacerare, bucare o tagliare e sanguinare anche in maniera
copiosa.

Accorgimenti per il manto nevoso.


In inverno, sulla neve, dobbiamo considerare che a seconda delle temperature e di altre
variabili la neve può cambiare di consistenza nel corso della giornata. Lasciare il cane a
contatto della neve, soprattutto se non abituato, per lungo tempo, non è vietato, ma è
consigliato seguire alcune regole fondamentali. È bene cospargere il palmo della mano e
del piede con creme studiate appositamente oppure una pasta protettiva o la vaselina non
liquida. L’operazione va ripetuta ogni due ore circa o al bisogno. In condizioni di neve
fresca o ghiacciata, soprattutto per i cani non abituati alla neve, è consigliato l’utilizzo di
scarpette tecniche protettive. Sulla neve fresca attenzione ai candelotti che si possono
formare sotto le zampe. Sono molto pericolosi, creano dolore e eczemi e arrossamenti
interdigitali che se permangono ne tempo possono creare quasi delle ustioni sotto i
polpastrelli.


Cosa fare se il cane inizia a zoppicare vistosamente.


Utilizzando il kit di primo soccorso è necessario mettere in pratica le giuste manovre per
immobilizzare la parte interessata e trasportare il cane in sicurezza dal veterinario. A
questo proposito consiglio di avere sempre un’imbracatura imbracatura per trasportare il
cane che fatica o non riesce a camminare.

Cosa fare in caso di ferite.

È necessario cercare di arrestare subito l’emorragia. La procedura è semplice. Occorre
ispezionate attentamente la zampa interessata, partendo dai polpastrelli per poi salire
verso la parte più alta dell’arto. Si deve applicare un bendaggio ma solo dopo aver
eseguito la pulizia della stressa impiegando il materiale contenuto all’interno del kit di
primo soccorso. Per la stabilità del bendaggio è fondamentale la corretta tensione della
fasciatura. Un bendaggio semi-compressivo deve proteggere la ferita, ma allo stesso
tempo non deve compromettere la circolazione. In corso di emorragia, la fasciatura si può
arricchire di elementi che ne aumentano la compressione in loco e il bendaggio può
diventare compressivo o occlusivo, a seconda del tipo di elasticità della benda utilizzata,
ma soprattutto a seconda della tensione esercitata dalla benda stessa. Per aumentare il
grado di protezione dei tessuti, al bendaggio possono essere aggiunti più strati di cotone
per fasciatura. Qualora serva garantire alla ferita un certo grado di umidità, possono
essere utilizzate garze grasse o impregnate di vaselina.

Altri rischi “minori”.


Stati minori possono essere le ferite del padiglione auricolare o della coda, la
rottura o l’avulsione di un’unghia, certe lesioni oculari.

Il rischio peggiore nella stagione invernale.


Sicuramente l’ipotermia. A questo proposito occorre fare una premessa: evitare di portare
il cane in ambienti con temperature molto rigide se il cane non è abituato. In montagna, o
in ambienti comunque freddi, è meglio andarci con cani preparati o molto coperti
soprattutto se c’è tanto vento e magari sono anche bagnati, cosa che farebbe abbassare
la temperatura del corpo. La sindrome da raffreddamento esiste anche nel cane ed è
esattamente ciò che accade a noi. Passare da una temperatura media confortevole di 18-
20 gradi ad una molto più bassa come meno 10 gradi in maniera rapida può causare
tracheiti, bronchiti, polmoniti. Quindi è bene usare delle protezioni come cappottini o uno
scaldacollo per tutelare le prime vie aeree.


Gestione in emergenza un caso di ipotermia?

Prima di tutto verificare la temperatura per inquadrare la situazione. La temperatura
normale del cane è 38-38,5. A 37,5 siamo già in pre ipotermia e a 37 il cane è letargico
non si muove ed è assolutamente il momento di intervenire. Infine c’è un’ipotermia
avanzata intorno ai 35 gradi che è rischiosissima. Cosa fare? Se possibile, è necessario
raggiungere un ambiente confortevole, asciugare il cane se è bagnato, e gradualmente
riscaldarlo. Se ci si trova in zone estreme e remote dobbiamo fare in modo che la temperatura non
scenda ulteriormente, quindi coprirlo con la coperta termica, avvolgere le estremità con la
carta stagnola per evitare la dispersione del calore dalle estremità. Se abbiamo acqua
calda in la bottiglia va messa a contatto con il corpo attraverso un panno. Acqua con
zucchero e miele sono opportuni. Poi bisogna misurare la temperatura ogni tanto per comprendere se tutto quello che stiamo facendo sta aiutando il cane. In entrambi i casi,
una volta stabilizzata la situazione, occorre raggiungere in tempi brevi un medico
veterinario per continuare il pronto soccorso.

Cosa evitare.


Sicuramente evitare le diagnosi “fai da te” che molto spesso sono inesatte e pericolose.
Comunicare telefonicamente con in proprio veterinario è fondamentale per evitare di
sottrarre ore se non giorni al raggiungimento di una diagnosi corretta.

IL BUON KIT DI PRIMO SOCCORSO

Cosa inserire all’interno di un buon kit di primo soccorso

Presidio medico.

  • Bende elastiche da 8-10 cm e 5 cm.
  • Disinfettante a base di iodopovidone: 50 ml.
  • Acqua ossigenata 25 ml da 10 volumi diluita al 3%
  • Cerotto medico da 2,5 cm e 5 cm.
  • Cotone/cotonella in rotolo da 10 cm.
  • Deflussore da flebo.
  • Garza orlata da 8-10 cm.
  • Garze grasse 10×10 cm (a base di connettivina).
  • Garze grasse 5×5 cm.
  • Garze sterili e non 10×10 cm e 20×20 cm.
  • Siringhe da 2,5-5-10 cc e una siringa per alimenti da 50-60 cc.
  • Soluzione salina reidratante o soluzione fisiologica da 250/500 ml.

Presidio chirurgico.

  • Benda piatta elastica per emostasi/rallentamento emorragia.
  • Telo termico argento/oro.
  • Forbice con punta arrotondata da fasciatura.
  • Guanti chirurgici della vostra misura sterili e non sterili.
  • Ghiaccio secco.
  • Gocce oculari lenitive/protettive.
  • Matita emostatica.
  • Salviettine oftalmiche detergenti/lenitive.
  • Gel riepitelizzante/curativo.

Presidio chirurgico e materiale personale del cane

  • Bottiglia d’acqua o borraccia con acqua.
  • Forbici da pelo.
  • Laccio elastico/morbido piatto per il muso.
  • Cibo complementare a base di amminoacidici.
  • Museruola.
  • Pettine cardatore per pelo lungo.
  • Pettine a denti stretti per pulci.
  • Sale fino.
  • Scarpette di protezione.
  • Stecche rigide per immobilizzazione.
  • Strumenti per rimuovere le zecche.
  • Soluzioni reidratanti energetiche e antifatica.
  • Tagliaunghie.
  • Termometro.
  • Accendino o lente da fuoco.
  • Cerotto argento milleusi.
  • Fischietto da soccorso.
  • Spazzolina per unghie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Domenico Chiericozzi

Giornalista e direttore Città a 4 Zampe

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