Nella foto l’On. Francesca Flati (M5S, Commissione Bilancio della Camera).
La legge di bilancio 2021 prevede un aumento delle detrazioni fiscali sulle spese veterinarie. Rimane il problema dell’IVA.
Secondo le ultime indagini, il 50% del totale nazionale delle famiglie italiane, vive in compagnia di un animale domestico.
Tutto quello che concerne “il mondo pet”, in particolare prestazioni veterinarie e food, sono da sempre gravati da un’aliquota IVA del 22%, al pari dei beni di lusso.
La crisi economica dovuta all’emergenza Covid-19, ha reso ancora più gravoso sopportare questo peso fiscale, con il rischio di compromettere la salute di animali e rispettivi padroni!
Per il suddetto motivo, Assalco, unitamente ad alcune tra le maggiori associazioni di settore che riuniscono medici veterinari e imprese dell’alimentazione e dei farmaci veterinari (Anmvi, Fnovi, Simevep, Enpav; Aisa, Ascorfarve e Assalzoo), ha firmato e inviato una lettera aperta a governo e parlamento italiano, richiedendo espressamente di rimodulare l’Iva al 10% per le spese veterinarie e il pet food; richiesta legata altresì alla pandemia e allo scenario finanziario del Recovery Fund: 91 miliardi a fondo perduto contro i 280 milioni di euro necessari a coprire la differenza tra l’IVA di lusso e quella agevolata. Argomentazioni che hanno “strappato” al governo la promessa di impegnarsi a valutarne l’applicabilità.
Con la legge di bilancio 2021, è stata approvata la misura finanziaria in favore delle famiglie italiane proprietarie di un pet che prevede un aumento delle detrazioni fiscali sulle spese veterinarie.
Il tetto massimo della detraibilità è salito da 500 a 550 euro, ma bisogna poi tener conto della franchigia (129,11 euro) e della percentuale di calcolo (il 19% sulla differenza tra tetto e franchigia), il che significa 10 euro in più nelle tasche delle famiglie italiane.
Dopo decenni di mancati adeguamenti un piccolo traguardo è stato raggiunto, seppur la strada è ancora lunga e tortuosa: il merito va all’On. Francesca Flati (M5S, Commissione Bilancio della Camera), per aver presentato il progetto ed essere riuscita nell’intento di far approvare almeno la detraibilità inerente alla spese veterinarie.
Dall’1 luglio 2020, per beneficiare di queste detrazioni, i proprietari dovranno adottare un metodo di pagamento tracciabile (bancomat, carta di credito, bonifico o versamento postale) per l’onorario del Medico Veterinario: diversamente se si utilizza il denaro contante, il diritto allo sconto decade. Detrazione fiscale che verrà corrisposta annualmente, previa presentazione del Modello 730: la spesa viene successivamente comunicata dal Medico Veterinario all’Agenzia delle Entrate via Sistema TS (Tessera Sanitaria).
Le spese veterinarie per curare i pet non possono essere considerate un lusso elitario o un bene superfluo. Il miglioramento delle loro condizioni di salute apporta un risparmio anche in termini di spesa pubblica. Dare incentivi finalizzati al loro benessere inoltre favorirebbe un allineamento dell’Italia alle politiche europee di sostenibilità, sicurezza alimentare e integrazione salute, agricoltura e ambiente.