Sono quasi 24 mila gli animali d’affezione iscritti all’anagrafe canina del Comune di Rimini. Nel 2020 sono stati registrati 2002 cani e 820 gatti, un dato in linea con gli anni precedenti.
E’ stato il Comune di Rimini a diffondere i numeri svelando anche la classifica dei top ten.
Sul podio, incontrastati, ci sono loro, i meticci con 6.363 soggetti iscritti.
Seguono:
- Chihuahua (785)
- Labrador (775)
- Pastore Tedesco (679)
- Pinscher (677)
- Barbone di taglia piccola e media (617)
- Maltese (603)
- Jack Russel Terrier (537)
- Yorkshire Terrier (389)
- Bulldog (376)
Dati che devono comunque tenere in considerazione del fatto che sono inclusi 1336 cani che risultano avere più di 20 anni. Un numero in crescita rispetto agli anni precedenti – specifica il Comune di Rimini – “in quanto probabilmente alcuni proprietari si dimenticano di denunciare la morte dell’animale”.
Cosa si deve sempre fare
Si ricorda che l’iscrizione all’anagrafe canina è obbligatoria, così come la richiesta di cancellazione in caso di decesso. Inoltre si devono comunicare all’ufficio tutte le successive variazioni (cambio di proprietà e di residenza, o eventuale smarrimento del proprio cane).
Dal 2016 l’applicazione dei microchip può essere effettuata solo da veterinari accreditati presso la Regione Emilia-Romagna. Un sistema pratico e veloce che evita al cittadino di doversi recare in Comune.
Il cane di razza
Una precisazione sul cane di razza. Per essere considerato tale, la legge italiana prevede che il cane deve essere provvisto di pedigree emanato dall’ENCI, l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana. Il pedigree è il certificato di iscrizione a uno dei Registri del Libro genealogico. Viene emesso e stampato esclusivamente nella sede centrale dell’ENCI e viene spedito all’allevatore o alla Delegazione ENCI di competenza territoriale. A Rimini la sede del Gruppo Cinofilo Riminese si trova in Via Del Biancospino, 4 (tel.0541 28754 – gcriminese@virgilio.it).
La vendita di cani proposti come “di razza”, senza che questa qualità sia attestata dal pedigree, è vietata dal Decreto Legislativo n. 529 del 30 dicembre 1992.