Come curare il proprio animale? Medicina allopatica oppure medicina omeopatica? La pratica omeopatica ha alla propria base un’attenta osservazione dei fenomeni biologici con oltre tremila rimedi documentati e gli effetti in campo animale sono spesso sconcertanti. In questo articolo, il Dott. David Satanassi ci spiega come e perchè si è avvicinato a questa pratica clinica.
di Dott. David Satanassi (Medico Veterinario)
Per onestà intellettuale affermo che la mia esperienza professionale nasce dall’ allopatia, cioè dalla cura farmacologica tradizionale che prevede l’immissione di sostanze esterne xenobiotiche che determinano nell’ organismo una reazione cosiddetta “selye-dipendente”. Reazione che induce uno stress superiore a quello provocato dal sintomo della malattia stessa.
Se i sintomi siano opera di una natura sbagliata e matrigna, occorrerebbe riportare il dialogo scientifico verso argomenti mistificati e dati per scontato come, ad esempio, che la malattia unitamente ai sintomi abbia il solo fine di farci guarire altrimenti non avverrebbe lo stress ma direttamente la morte.
Visto che cosi non è, la malattia ha un suo progetto biologico e la guarigione le corrisponde attraverso sintomi coerenti come il digiuno di 24 ore che attiva le staminali, o la febbre che attiva i macrofagi , i “carri armati” del sistema immunitario .
Siamo soliti ragionare in termini di ecologia globale. Chiunque afferma di volgere verso l’ecologismo ma nessuno poi adotta l’ecologia a partire da sé stessi o dal modo con cui curare il proprio animale.
Ad esempio poi si ricade nella cura pesante come l’unica in grado di risolvere il problema con il concetto della cura aggressiva nello sconfiggere il ‘mostro’, cioè la demonizzazione del male in un essere batterio o virus inanimato.
La pratica omeopatica ha alla propria base quindi non solo una attenta osservazione dei fenomeni biologici coerenti con i processi adattativi evolutivi, anche questi totalmente ignorati, ma una rivalutazione dell’approccio terapeutico di modulazione dei sintomi vista la loro pertinenza anziché spostare il conflitto in altri ambiti con una sorta di ‘distrazione’ da farmaco che contrasta il sintomo anziché canalizzarlo in una fine modulazione.
La scelta personale avvenne per motivi plausibili come il concetto hyppocratico del ‘primum non nocere’, cosa che non avviene con la medicina dei contrari e della soppressione dei sintomi.
Il secondo motivo quello biologico quello della natura che si esprime attraverso un linguaggio simbolico universale fatto di sintomi coerenti che analizzati al vaglio riduzionista meccanicista, questa non può leggere, e quindi rifiuta, perchè considerati effetti afinalistici.
Questa è la più grave conseguenza di una filosofia ormai vecchia di oltre cinquecento anni del metodo scientifico che implode su se stesso quando viene applicato con troppo rigore.
Il famoso protocollo che non si adegua alle necessità insite nell’ individuo, in questo caso l’ animale, andrebbe finemente interpretato anche in chiave filologica: ma il mio animale, il mio cane o il mio gatto vorrebbe una cura che non rispetti la sua natura ? Vorrebbe la chemio? Vorrebbe la cura chimica invasiva?
Perchè il gatto ha indici terapeutici più bassi rispetto al cane? E ancora meno le razze primitive e selvatiche ?
Sono tutte domande che l’allopatia non è in grado di dare troppo attenta a cogliere solo l’aspetto tecnico-strumentale e quindi ad arrivare ad “iperdiagnosi” con mezzi all’ avanguardia e poi infrangersi verso una “ipo-terapia”: il dualismo antibiotico-cortisone .
Allora oltre ad una serie di critiche che ogni terapeuta dovrebbe farsi, riemerge come l ‘antropocentrismo sia l’unica voce di descrizione della realtà terapeutica senza minimamente porsi un dubbio sull’operato o avvicinarsi alla medicina integrata scegliendo caso per caso per come ogni individuo sia diverso, figuriamoci gli animali .
Quindi mi avvicinai all’omeopatia proprio a Rimini , dove casi clinici complessi irrisolti rispondevano nel follow-up alla magistrale cure del dottor Aluigi, lasciandomi perplesso ma incuriosito fino al punto da interessarmene e diventarne un allievo .
L’omeopatia è un metodo di cura che interferisce con l’organismo e con la individualità attraverso un mezzo prettamente fisico e non chimico.
Come la fisica regola oggi i nostri rapporti interpersonali , tutto viaggia attraverso la fisica , quindi una base informazionale , e come tale l’informazione se coerente e riconosciuta a livello vibrazionale entra ,altrimenti passa oltre senza creare nessun danno contrariamente alla chimica che produce sempre un danno metabolico .
Il problema dell’omeopatia è, al contrario dell’allopatia, la vastità della terapia. Vi sono oltre tremila rimedi documentati da proving in oltre duecento anni di sperimentazioni in doppio cieco, per cui necessita di studio e dedizioni infinite, cioè quasi una scelta di vita.
A nulla servono le critiche dei detrattori che parlano senza conoscere e questo spiega che, nonostante le campagne denigratorie, i consumatori siano in costante aumento e gli effetti in campo animale siano spesso sconcertanti per la loro straordinaria efficacia pur restando il problema della non riproducibilità di un protocollo e della singolarità del malato .
In definitiva quindi la scelta terapeutica si basa in primis sullo scegliere una terapia adeguata all’essere animale ed il problema del linguaggio; e l’altra di ordine etico della liceità di trattare con una terapia che sia consona al principio di “non contradditorietà biologica” e capire quale cura vorrebbe l’animale e non il lignaggio della paura del dolore che porta alla cosiddetta “razionalizzazione della morte” attraverso l’ estinzione del dolore , quando anche il dolore è vita, come insegna il parto .
Abbiamo troppa mistificazione della realtà terapeutica e scientifica, nessuno o quasi sa come funzioni un cellulare eppure pensa di saperlo attraverso l’uso che ne fa, figuriamoci nei confronti dei farmaci o ciò che sia lecito o meno o il significato di salute malattia e guarigione o il concetto del sano: totalmente impreparati e i risultati sono sulle mascherine di tutti .